Sfida strutturale e interventi emergenziali per l’inclusione scolastica
Negli ultimi anni la carenza di docenti specializzati per il sostegno è diventata una delle criticità più gravi del sistema scolastico italiano. Le cosiddette “cattedre in deroga” - cioè posti aggiuntivi non attribuiti negli organici di diritto - continuano a rappresentare una percentuale consistente dell’organico effettivo nelle scuole. Le misure messe in campo dal Ministero e le iniziative sindacali cercano oggi di attenuare queste discontinuità, ma la strada verso una copertura stabile è ancora lunga.
Si stima che oltre 100.000 posti sul sostegno siano attualmente gestiti “in deroga”, cioè non compresi nell’organico ordinario delle scuole. Ogni anno molte cattedre restano scoperte o vengono coperte tardivamente con supplenze, determinando disagi ai docenti specializzati e compromettendo la continuità didattica per gli studenti con disabilità.
Per l’anno scolastico 2025/2026 il Ministero dell’Istruzione ha autorizzato l’assunzione di 13.860 nuovi docenti di sostegno, dato salutato come passo avanti dalle associazioni del settore, ma considerato ancora insufficiente rispetto al fabbisogno reale.
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) ha evidenziato che talvolta si ricorre a docenti curricolari senza specializzazione per garantire una copertura minima, aggravando la situazione dell’inclusione.
Per fronteggiare il divario tra fabbisogno e disponibilità di docenti specializzati, sono state avanzate e in parte attivate alcune misure:
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Incremento dell’organico di diritto
Si prevede una progressiva trasformazione delle cattedre in deroga in posti strutturali all’interno dell’organico scolastico. Tale processo, stando ad alcune dichiarazioni sindacali, dovrebbe avere luogo entro il 2028. L’obiettivo è ridurre la dipendenza da soluzioni emergenziali e garantire stabilità. -
Assunzioni aggiuntive tramite canali straordinari
Le 13.860 nuove assunzioni previste per il 2025/26 rappresentano un’azione concreta per alleggerire la pressione sui posti vacanti. -
Formazione e specializzazione accelerata
Il ministero ha annunciato l’intensificazione dei corsi di specializzazione e percorsi formativi destinati a docenti già in servizio, con l’obiettivo di ampliare il bacino di insegnanti qualificati.
Si punta anche a estendere la formazione per inclusione a docenti curricolari, affinché aumenti la cultura dell’inclusività nelle classi ordinarie. -
Interventi normativi e “pezze d’emergenza”
Alcuni emendamenti e proposte in commissione parlamentare mirano a rendere temporaneamente accessibili incarichi di sostegno anche da graduatorie più ampie (GPS) o a prorogare corsi formativi già avviati.
Punti critici e sfide aperte
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Tempistica e continuità didattica
Anche con nuove assunzioni, i tempi per l’entrata in servizio, le procedure di assegnazione e l’avvio dell’anno scolastico possono generare ritardi, con conseguenze sull’efficacia dell’intervento educativo. -
Equilibrio tra qualità e quantità
Potenziare il numero dei docenti è necessario, ma non basta: è indispensabile che siano formati e qualificati nel sostegno, non solo “disponibili” a coprire cattedre vacanti. -
Distribuzione territoriale disomogenea
In molte aree, specialmente nel Nord Italia, la carenza di specializzati è più accentuata. Ciò riflette squilibri nella formazione universitaria regionale e nelle politiche di reclutamento. -
Sostenibilità finanziaria
L’inserimento stabile dei posti in organico e i maggiori costi per formazione e incentivi richiedono stanziamenti certi. Senza risorse adeguate, le misure rischiano di rimanere slogan. -
Partecipazione delle famiglie e continuità con il docente
A volte la conferma di un docente in sostegno è condizionata al consenso delle famiglie: in tali casi il sistema rischia di “aggirare” il problema anziché risolverlo. Sindacati e associazioni chiedono che non si costruiscano soluzioni fragili su scelte individuali.
L’inclusione scolastica degli studenti con disabilità dipende in modo cruciale dalla presenza di docenti specializzati, ma anche dalla capacità del sistema di garantire continuità educativa. Le misure annunciate - assunzioni, trasformazione delle cattedre in deroga, potenziamento della formazione - sono passi nella direzione giusta. Tuttavia, è fondamentale che i tempi di attuazione siano rapidi e coordinati con l’avvio dell’anno scolastico e che le risorse siano certe e adeguate per sostenere l’intero percorso (formazione, incentivi, monitoraggio). Si necessita inoltre che una qualità professionale dei docenti sia preservata, con percorsi formativi solidi e non precarizzati e che vi sia un piano di lungo termine per superare definitivamente la modalità “deroga”.