Il17 aprile scorso è stato firmato il nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.L’accordo è stato ufficialmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 maggio 2025.

L’obiettivo è garantire uniformità nazionale nella formazione relativa alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Ne parliamo con l'Ing. Paolo Pieri, RSPP nella scuola, formatore nell’ambito della sicurezza sul lavoro e autore di svariate pubblicazioni sul tema.

Paolo, in estrema sintesi, cos'è l'Accordo Stato-Regioni in relazione alla sicurezza?

L'Accordo Stato-Regioni sulla sicurezza sul lavoro, nasce il nel dicembre 2011 in applicazione dell’Art. 37, comma 2 del D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81. Il provvedimento segnaun punto di svolta nella regolamentazione della formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. L'obiettivo è di uniformare i percorsi formativi per le diverse figure professionali coinvolte nella sicurezza.

Tuttavia a ben guardare, prevenzione e protezione dei lavoratori sui luoghi di lavoro ha origini più antiche. Le prime indicazioni normative risalgono al D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626. Il presente accordo quindi diventa solo la normale evoluzione tesa ad aggiornare euniformare i percorsi formativi per le diverse figure professionali coinvolte nella sicurezza.

Cosa prevede il nuovo Accordo Stato-Regioni?

L'obiettivo è quello di accorpare e abrogare i precedenti accordi, creando un quadro applicativo più moderno e coerente. Il nuovo accordo si concentra sulla formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con particolare attenzione all'aggiornamento delle competenze e alla gestione delle attività di formazione. Particolari novità riguardano i contenuti, l'organizzazione didattica e i requisiti formativi per tutti i soggetti del sistema prevenzione.In altre parole, l’obiettivo è migliorare la qualità, tracciabilità ed efficacia dei percorsi formativi.

Nel concreto cosa cambia?

Svariate sono le novità, alcune anche di grande impatto pratico e organizzativo anche nella scuola.

In prima battuta, il lavoratore deve ricevere formazione prima dell'inizio dell’attività e prima dell’assegnazione alla mansione.L’Accordo Stato-Regioni 2025 ha chiarito che la formazione non può più essere completata entro 60 giorni dall’assunzione, diventa quindi obbligatoria la formazione immediata.

Sono stati anche introdotti alcuni obblighi precisi su progettazione, verifica e valutazione dei percorsi formativi.

Ad esempio c'è la riduzione del numero massimo di partecipanti ai corsi e l’obbligo della verifica al termine dell'attività. È stata inoltre regolamentata l’erogazione della formazione in videoconferenza.

Sugliattestati di frequenza dovrà essere inserito il codice fiscale del partecipante e viene imposto l'obbligo di conservazione del fascicolo del corso per 10 anni.

Anche le scadenze per gli aggiornamenti sono state ridefinite.

Di particolare nota è quella legata all'aggiornamento obbligatorio per i Dirigenti, datori di lavoro.

Tutti dovranno frequentare, entro due anni dall'entrata in vigore dell'Accordo 2025, un nuovo corso obbligatorio di almeno 16 ore. Il corso dovrà essere suddiviso in due moduli. Uno giuridico-normativo legato a obblighi, responsabilità penali, organi di vigilanza. Un secondo modulo dovrà definire la gestione e l'organizzazione della sicurezza, prevenzione e protezione. Alla formazione iniziale seguirà un aggiornamento minimo di 6 ore ogni 5 anni.

L'accordo prevede infine l’introduzione di nuovi corsi, tra cui quello per i datori di lavoro, non RSPP.

Un ulteriore importante aspetto riguarda i preposti. Il preposto dovrà essere designato eformatoformalmente. La formazione per questi soggetti dovrà avvenire esclusivamente in presenza o in videoconferenza, escludendo la modalità e-learning. Per il preposto il corso iniziale passa da 8 a 12 ore mentre l'aggiornamento passa da 5 a 2 anni.

Un'ultima novità di rilievo è il monitoraggio post-formazione da parte del datore di lavoro. Non basterà più la sola valutazione finale del corso. Il datore dovrà controllare, nel tempo, se le conoscenze apprese sono applicate concretamente sul luogo di lavoro.

Per la scuola, in particolare cosa cambia?

La scuola è una realtà complessa, con un nutrito e articolato numero di attività anche molto differenti tra loro. Per questo motivo, la gestione della sicurezza, dovrebbe essere più precisa e specificarispetto a un'azienda tradizionale.La cultura della sicurezza nella scuola èoltremodo fondamentale per proteggere soggetti in giovane età come gli studenti, ma anche i docenti e il personale. La formazione tesa a prevenire incidenti e sinistri,assume quindi un ruolo cardine.

Dal punto di vista normativo l'Accordo Stato-Regioni non prevede differenze tra imprese e scuola. Tuttavia a mio parere è bene sottolineare due aspetti. In primo luogo l'Accordo identifica i contenuti minimi della formazione. Alla luce della complessità del settore, nulla osta tuttavia che questi possano essere ampliati e integrati in base all’analisi specifica dei bisogni del singolo Istituto. Sulla scorta della mia esperienza professionale specifica, fermo restando aspetti simili, le esigenze di sicurezza sono molto diverse tra un Istituto Comprensivo e un Professionale.

Un secondo aspetto è quello relativo al soggetto erogatore della formazione. La scuola è una realtà poliedrica e articolata, con dinamiche specifiche. In fase di scelta del soggetto formatore, l'Istituto scolastico dovrebbe tenere in considerazione la preparazione specifica del candidato.Questa valutazione deve riguardare sia il mercato di riferimento sia l’indirizzo scolastico.È importante scegliere formatori competenti in relazione alla tipologia specifica dell’indirizzo di studio.

Sicurezza sul lavoro: il nuovo accordo Stato-Regioni. Uniformare la formazione e rafforzare la prevenzione anche a scuola.

Il nuovo Accordo Stato-Regioni, pubblicato nel maggio 2025,introduce regole più rigide per la formazione in relazione alla sicurezza sul lavoro. Obblighi immediati per i Dirigenti e i lavoratori, le nuove modalità didattiche, con l’obiettivo di uniformare e migliorare la prevenzione nei luoghi di lavoro anche nella scuola.

L'Ing. Paolo Pieri ha conseguito la laurea in ingegneria civile sezione edile presso il Politecnico di Torino.

Dal 1991 ad oggi è docente a tempo indeterminato nelle cattedre di topografia, progettazione, costruzioni, impianti e gestione sicurezza dei cantieri.Dal 1992 svolge l’attività di ingegnere libero professionista, occupandosi sia di progettazione architettonica, strutturale e sia di direzione lavori e coordinamento sicurezza nei cantieri edili. Dal 1998 è consulente per la sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro per ditte private ed enti pubblici e dal 2000 ricopre l’incarico di RSPP nelle Istituzioni scolastiche della Provincia di Torino. Docente formatore nell’ambito della sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro ed è redattore di numerosi articoli tecnici sulla sicurezza pubblicati da riviste specializzate.

L'Avv. Stefano Feltrin è consulente in diritto commerciale, societario ed in materia di appalti e concessioni pubbliche, procedure di Project Financing, e contratti immobiliari e commerciali di società nazionali ed internazionali. Docente in corsi di formazione e convegni in materia di diritto immobiliare, appalti pubblici e Partenariato Pubblico Privato. Docente a contratto presso Università e Scuole di Alta Formazione. Autore di numerosi articoli in materia di appalti pubblici e diritto commerciale. Gestione del contenzioso civile ed amministrativo in materia di contratti commerciali e con la Pubblica Amministrazione