Sanzionato un asilo per uso illecito di telecamere e immagini online dei bambini

Il Garante per la protezione dei dati personali ha sanzionato un asilo nido per gravi violazioni in materia di privacy, legate sia all’utilizzo irregolare di un impianto di videosorveglianza sia alla diffusione non autorizzata di immagini di minori.

Le immagini dei bambini online

Durante un’ispezione è emerso che l’asilo aveva pubblicato sul proprio sito web e sulla scheda Google Maps numerose fotografie dei bambini ospitati nella struttura, con età compresa tra i 3 e i 36 mesi. Le immagini ritraevano i piccoli in momenti della vita quotidiana: dai pasti al sonno, dal cambio del pannolino a pratiche come massaggi o attività educative.

Il consenso richiesto ai genitori, inoltre, non è stato ritenuto valido dal Garante: veniva infatti presentato come condizione per l’iscrizione al nido, configurando una forma di pressione incompatibile con la libera scelta prevista dalla normativa.

Videosorveglianza senza garanzie

Oltre alla questione fotografica, il Garante ha rilevato l’uso illecito di un sistema di videosorveglianza. Le telecamere riprendevano non solo i bambini, ma anche il personale e i visitatori, senza rispettare le prescrizioni dello Statuto dei lavoratori né le tutele previste dal GDPR. In assenza di un’adeguata base giuridica e di informative chiare, l’impianto è stato giudicato irregolare.

Le conseguenze

Con il provvedimento del 10 luglio 2025 (Docweb n. 10162731), l’Autorità ha ordinato:

  • la cessazione immediata della diffusione online delle immagini dei minori;

  • la cancellazione di tutte le fotografie trattate in modo illecito;

  • l’adeguamento delle procedure di videosorveglianza alle norme vigenti;

  • il pagamento di una sanzione amministrativa di 10.000 euro.

La tutela dei minori al centro

La decisione del Garante ribadisce un principio fondamentale: la tutela della dignità e della riservatezza dei bambini non può essere sacrificata a esigenze organizzative o promozionali degli istituti scolastici. L’uso delle immagini e delle tecnologie di sorveglianza deve avvenire nel pieno rispetto delle norme, con basi giuridiche solide e consenso realmente libero e consapevole.

Il caso solleva ancora una volta il dibattito sul confine tra sicurezza, trasparenza e protezione della privacy nei contesti educativi, in particolare quando si tratta di minori, soggetti particolarmente vulnerabili e meritevoli della massima attenzione.