L'avvenuta irrogazione al dipendente di una sanzione conservativa per condotte di rilevanza penale esclude che, a seguito del passaggio in giudicato della sentenza penale di condanna per i me­desimi fatti, possa essere intimato il licenziamento disciplinare, non essendo consentito, per il princi­pio di consunzione del potere disciplinare, che un’identica condotta sia sanzionata più volte a se­guito di una diversa valutazione o configurazione giuridica

La Suprema Corte ha ribadito un suo co­stante orientamento secondo il quale «L'avvenuta irrogazione al dipendente di una sanzione conservativa per condotte di rilevanza penale esclude che, a seguito del passaggio in giudicato della sentenza penale di condan­na per i medesimi fatti, possa essere intimato il licen­ziamento disciplinare, non essendo consentito, per il principio di consunzione del potere disciplinare, che una identica condotta sia sanzionata più volte a seguito di una diversa valutazione 0 configurazione giuridica».

Secondo la Cassazione, il giudizio relativo all'identità dei fatti posti a fondamento di due sanzioni disciplinari presuppone necessariamente un raffronto fra gli ele­menti di fatto e le circostanze di tempo, di luogo e di persona che hanno dato luogo alle contestazioni disci­plinari. In caso di corrispondenza tra tali elementi sus­siste l'identità del fatto che integra la preclusione con­nessa con il principio del ne bis in idem.

Corte di Cassazione Sez. Lav. 30 ottobre 2018, n. 27657