Le scuole sono chiamate a definire norme precise in tre ambiti cruciali: l’uso residuale dei telefoni cellulari (normalmente vietati), l’applicazione di misure concrete contro il bullismo e l’attuazione delle procedure relative all’allontanamento dalle lezioni o dalla comunità scolastica.

L’uso dei cellulari in classe

Con la circolare del 16 giugno 2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha ribadito il divieto per gli studenti delle scuole secondarie di utilizzare il telefono cellulare durante le lezioni. La novità è che il divieto viene esteso “in generale” a tutto l’orario scolastico.

Ogni istituto deve quindi aggiornare il proprio regolamento interno e il patto di corresponsabilità educativa, stabilendo non solo il divieto ma anche le relative sanzioni disciplinari. La circolare affida alle scuole il compito di organizzare le modalità operative per garantire il rispetto delle regole. Restano invece consentiti, se utilizzati con finalità didattiche e sotto precise condizioni, strumenti come computer, tablet e lavagne elettroniche.

Le eccezioni

L’uso del cellulare può essere autorizzato in casi particolari, ad esempio quando previsto dal Piano educativo individualizzato (PEI) o dal Piano didattico personalizzato (PDP) per studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento. È inoltre ammesso in situazioni di necessità personale documentata o quando previsto da un progetto formativo legato a indirizzi di studio tecnologici (informatica e telecomunicazioni). In ogni caso, la scuola deve motivare chiaramente le autorizzazioni con atti formali.

Già nel luglio 2024 il MIM aveva introdotto analoghe restrizioni nelle scuole del primo ciclo (primarie e secondarie di primo grado), vietando l’uso del cellulare anche per scopi didattici, salvo i casi previsti da PEI o PDP. Anche in quel caso era stato richiesto l’aggiornamento dei regolamenti e l’introduzione di sanzioni specifiche.

Bullismo e cyberbullismo: le nuove disposizioni

Sul fronte del bullismo, la legge 70/2024 ha aggiornato la normativa precedente (legge 71/2017), estendendo l’attenzione non solo al cyberbullismo ma anche alle forme tradizionali di prevaricazione. Il MIM è quindi tenuto ad adottare e rinnovare le Linee di Orientamento per la prevenzione e il contrasto del fenomeno. Con nota del 20 gennaio 2025, il ministero ha indicato come riferimento le linee approvate con decreto del 13 gennaio 2021.

Un ruolo centrale è affidato al “Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo”, istituito nel novembre 2024, che deve:

  1. elaborare un piano di azione nazionale;

  2. predisporre un sistema di raccolta dati per monitorare l’evoluzione dei fenomeni;

  3. promuovere campagne di sensibilizzazione e prevenzione.

Le responsabilità delle scuole

Gli istituti scolastici hanno l’obbligo di:

  • adottare un codice interno specifico e integrare il regolamento di istituto;

  • modificare il patto di corresponsabilità educativa con disposizioni dedicate alle sanzioni;

  • istituire un tavolo permanente di monitoraggio con rappresentanti di studenti, docenti, famiglie ed esperti;

  • nominare un docente referente per il coordinamento delle attività;

  • realizzare progetti educativi sull’uso consapevole di internet e delle tecnologie digitali.

In caso di episodi di bullismo o aggressioni, il dirigente scolastico deve applicare i regolamenti interni, avviare il dialogo con le famiglie, promuovere percorsi educativi e, quando necessario, segnalare il caso alle autorità competenti per l’attivazione di misure rieducative.