Spett.le Giusto scuola.it


OGGETTO: validità certificato medico rilasciato all’estero.
Una dipendente si è recata in Albania per un intervento medico (probabilmente dentistico).
Un paio di giorni dopo la sua assenza (comunicata alla scuola solo il giorno prima) ha inviato tramite Whatsapp ad una collega un documento rilasciato da una clinica di Tirana che recita testualmente:
Rapporto dentale presso la clinica dentale SMI …. PROV.…..:
Si certifica che la sig.ra …………………………………, si è presentata in clinica SMI …. PROV.….. di Tirana il giorno ……………………… per intervento chirurgico con day Hospital ………. Per i giorni ancora da definire.
CLINICA DENTALE
SMI …. PROV .…..
Sotto è stato apposto un sigillo circolare con due cerchi concentrici: nel primo c’è un codice :M12304048A – all’interno del secondo cerchio del sigillo una firma che nasconde parzialmente una scritta stampata solo parzialmente leggibile che dovrebbe essere SM.. PROV.

In data odierna ( 21.11.2024), dopo essere rientrata in Italia, sempre via whatsapp ha trasmesso un secondo documento sempre rilasciato dalla suddetta Clinica che attesta , con le stesse modalità che la sig.ra _______________ si è presentata il 12.11.2024 per effettuare un intervento chirurgico dentale ed è stata dimessa il 19.11.2024.
Si chiede riposo per 10 giorni.
Con un P.S. Si precisa che il lavoro dentale è stato effettuato in day Hospital.
In fede il medico chirurgico
e sotto il sigillo come sopra indicato
Ciò premesso si chiede se i documenti inviati possano essere considerati come certificati medici e se sia stata rispettata la procedura prevista.
Infatti l’Albania non è un paese dell’Unione Europea e non ha stipulato uno specifico accordo bilaterale.
Poiché però ha aderito alla convenzione dell’Aia del 5 ottobre 1961, in sostituzione della legalizzazione della certificazione medica originale effettuata dalla sede diplomatica, i documenti sopracitati dovrebbero recare l’Apostille cioè una legalizzazione semplificata che certifica la firma e la qualità del firmatario e del sigillo apposto.
Inoltre la dipendente, in base al Regolamento Comunitario 883 del 2004 e quello Applicativo n° 987 del 2009 avrebbe dovuto trasmettere il certificato entro due giorni alla sede INPS competente e al datore di lavoro.
Si chiede pertanto:
a) se il documento presentato possa essere considerato un valido certificato medico;
b) Se sia stata rispettata la tempistica e le modalità di trasmissione.

A voce la dipendente ha riferito di aver girato il primo documento (non si sa quando), per trasmetterlo all’Inps, al suo medico di famiglia che a sua volta le ha detto di rivolgersi all’ambasciata di Tirana la quale sostiene di non essere competente.
Si rimane in attesa di una Vs. tempestiva risposta e se da Voi richiesto vi invieremo copia della documentazione cancellando il nominativo della dipendente.

Risposta

In caso di malattia insorta durante temporanei soggiorni in Albania è necessaria la presentazione della certificazione originale, legalizzata a cura della rappresentanza diplomatica o consolare all'estero.
Ove la suddetta certificazione di malattia non risulti ancora legalizzata al momento del rientro in patria del lavoratore, la regolarizzazione potrà avvenire, a cura dello stesso, anche in un momento successivo, purché ovviamente entro i termini di prescrizione annuale.

Per “legalizzazione” si intende l'attestazione, da fornire anche a mezzo timbro, che il documento è valido ai fini certificativi secondo le disposizioni del Paese in cui è stato redatto il certificato di malattia. Pertanto, la legalizzazione è l'attestazione che il documento è valido ai fini certificativi secondo le disposizioni locali, obbligatoria nel caso di Paese extra UE con il quale l'Italia non ha stipulato accordi o convenzioni per la malattia.

Conseguentemente la sola attestazione dell'autenticità della firma del traduttore abilitato o della conformità della traduzione all'originale non equivale alla legalizzazione e non è sufficiente ad attribuire all'atto valore giuridico in Italia.

L’Albania è esente da legalizzazione i Paesi aderenti alla Convenzione dell'Aja del 5 ottobre 1961 a condizione che gli atti e i documenti rilasciati da suddetti Paesi rechino “l'Apostille”, ossia un tipo di legalizzazione semplificata che certifica la veridicità della firma, la qualità del firmatario e l'autenticità del sigillo o timbro apposto.

Pertanto la procedura è incompleta perchè il certificato non reca “l'Apostille”, ossia un tipo di legalizzazione semplificata che certifica la veridicità della firma, la qualità del firmatario e l'autenticità del sigillo o timbro apposto.

Gli atti rilasciati dalle Autorità albanesi in Albania, per essere riconosciuti validi in Italia, dovranno essere muniti di doppia Apostille rilasciata dal Ministero per l'Europa e gli Affari Esteri albanese: sul documento originale in lingua albanese e sulla sua traduzione giurata in lingua italiana. Non sarà quindi più necessario richiedere la legalizzazione della traduzione presso le autorità consolari italiane in Albania. Si riassume qui di seguito la nuova procedura da seguire per la legalizzazione della traduzione giurata tramite Apostille dei documenti albanesi da presentare in Italia:
1) La traduzione verrà effettuata da un traduttore giurato la cui firma è depositata presso il Ministero di Giustizia. Il traduttore giurato apporrà sulla traduzione la seguente dicitura: "Si dichiara che la presente traduzione è conforme al testo originale in lingua albanese ed è stata eseguita a cura di "Nome e Cognome", traduttore giurato accreditato presso il Ministero della Giustizia albanese." Verrà apposta la firma ed il timbro del traduttore giurato.
2) Un Notaio pubblico albanese dichiarerà l'autenticità della firma e la qualità legale del traduttore giurato ai sensi dell'art 65 della L.7829 del 01.06.1994;

3) Sia sul documento che sulla traduzione così completata verrà apposta l'Apostille da parte del Ministero degli Affari Esteri albanese. L'atto originale rilasciato dalle Autorità albanesi munito di Apostille e corredato di traduzione anch'essa munita di Apostille potrà quindi essere presentato direttamente presso le Autorità italiane in Italia. La nuova procedura costerà meno degli attuali 3.030 lekë e richiederà un numero inferiore di giorni".

Conclusivamente, per imputare ad assenza per ricovero e convalescenza, la certificazione dovrà essere redatta ed inviata secondo quanto sopra esposto. Viene anche ammessa una prassi alternativa, sempre più diffusa tra i diversi paesi, per cui un certificato può essere rilasciato anche dal consolato del paese straniero operante in Italia, che é, per definizione, il terminale amministrativo di tutti gli uffici del paese di origine.